Seduta al chiosco del Bar, sulla spiaggia, sorseggio una cedrata e leggo un libro, quando alzo lo sguardo, incontro il suo, insistente, cerco di sostenerlo - mi riesce solo per pochi secondi - giusto il tempo di notare gli occhi neri, le tempie brizzolate
poi piego il mio nuovamente sul libro, celandomi dietro gli occhiali da sole, e cercando di mascherare il rossore delle gote che sento avvampare. Penso, cavolo! Sono in costume... vorrei sotterrarmi, sprofondare, i vestiti sono il mio scudo, senza, mi sento indifesa, impacciata, vulnerabile. Non oso alzare di nuovo lo sguardo.
L'arrivo di mia figlia seguita da mio marito, e il suo "Mamma, mi compri il gelato" mi salva dall'imbarazzo e mi offre la scusa per alzarmi ed indossare il prendisole.
Che disastro, che sono.